I tassi dei mutui oggi registrano nuovi ribassi
Le buone nuove riguardo i tassi dei mutui oggi sembrano continuare. Circa un anno potevamo stipulare a delle condizioni che in molti credevano fossero irripetibili. E invece eccoci ad oggi con nuovi minimi assoluti per i tassi dei mutui. Il fisso ha rotto al ribasso la soglia dell'1% e il variabile lo troviamo molto spesso allo 0,5%. Insomma, chiedere un mutuo acquisto oggi - ma anche surroga – non è mai stato così allettante. Il bello è che tutto fa pensare che questo momento durerà ancora per molto. Ecco infatti la Bce rilanciare il Qe portando di nuovo ai minimi il costo del denaro...
Fonte: Articolo de Il Sole 24 Ore di Emiliano Sgambato pubblicato il 13 settembre 2019
Tasso fisso o variabile? Tutti e due!
La scelta tra tasso fisso o variabile è sempre la prima che si pone davanti quando si pensa ad un mutuo. Entrambi hanno degli aspetti positivi ma possono avere anche dei contro. E allora??? Scegli il meglio di entrambi!!!
Grazie al tasso variabile con CAP potrai sfruttare il momento "magico" del tasso variabile non rinunciando alla sicurezza del tasso fisso. Proprio così, il CAP ti da la certezza che, anche qualora dovessero aumentare i tassi, il tuo non andrà mai oltre il tetto massimo fissato già da oggi!
E tu quale tasso sceglierai?
Il momento giusto per acquistare casa é oggi.
Se stai pensando di acquistare casa questo è veramente il momento migliore. Ottime occasioni sul mercato immobiliare e tassi dei mutui al minimo storico, davvero un bel momento per realizzare il sogno della tua prima casa!
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Il nostro controllo qualità per migliorare il tuo mutuo
Se hai già un mutuo in corso non sottovalutare l’importanza di una consulenza creditizia periodica per individuare e cogliere le nuove opportunità del mercato. I nostri mutui ad esempio possono contare sul controllo qualità, il nostro servizio dedicato che ogni anno ti segnala se il mutuo può essere rinegoziato per sfruttare qualche buona occasione a tuo vantaggio.
Questo è uno dei tanti vantaggi del credito con la “K”…cercalo! è quello ONline!
Tassi mutui oggi ancora in calo.
Quando ormai sembravano livelli imbattibili i tassi mutui oggi segnano dei nuovi minimi e nuovi record si apprestano ad essere spazzati via. Eccoli:
1) Il costo medio dei mutui a tasso fisso in Italia (su durate di 20 e 30 anni) è sceso all’1,68%, mai così basso prima d'ora;
2) I costi di cui sopra sono legati agli Eurirs che hanno ritoccato al ribasso i precedenti minimi;
4) Molto probabilmente entro fine anno la Bce taglierà il tasso sui depositi di almeno 10 punti base. Anche questo comporterà ripercussioni sull'Euribor e quindi nuovi scenari favorevoli per i tassi variabili.
Mutui oggi, tassi fissi e variabili ai minimi storici.
Sembra che le banche non stanno aumentando gli spread ma anzi stanno seguendo la discesa dei tassi con i Tan sui mutui sempre più bassi. La durata più richiesta oggi è quella a 20 anni e le 5 migliori offerte a tasso fisso variano tra l’1% e l’1,3%. Per la durata a 30 anni invece, restiamo comunque ben al di sotto del 2% per il fisso e sotto l’1% per il variabile. I mutui sono scesi in media di 30 punti base rispetto a inizio anno e questo significa un risparmio annuo di circa 300 euro (su un mutuo medio di 130.000 a 20 anni).
Ma il mercato dei mutui è in calo
C’è però una nota dolente in un mercato che, dal lato dell’offerta sta sprigionando dei livelli di convenienza (in termini di tassi nominali) inimmaginabili fino a pochi mesi fa. La domanda dei nuovi mutui è in calo. E questo ovviamente ricade sulle erogazioni, che nei primi quattro mesi sono diminuite del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Come mai nel momento tecnicamente più conveniente per stipulare un mutuo molti italiani si stanno tiranno indietro? La spiegazione è nella visione poco positiva sul futuro da parte dei mutuatari. In questo momento le incertezze che arrivano dalla politica non agevolano. Sia per i continui scontri con Bruxelles, sia per i dubbi sull’attuazione della flat tax e sull'ipotesi che questa possa cancellare le detrazioni sulle spese di riqualificazione energetica e quelle sugli interessi passivi dei mutui. Due capisaldi che da tempo facilitano le erogazioni di prestiti per la casa in Italia».
Lo spread oggi | La verità riguardo le ripercussioni sui mutui in Italia
Lo spread oggi BTp-Bund supera i 340 punti e i rendimenti decennali schizzano al 3,81%. Tutto ciò consegue ai difficili rapporti tra Italia e CE in merito alla manovra di bilancio che punta a un deficit al livello del 2,4%. L’impennata dello spread oggi crea non poche preoccupazioni per gli italiani, specialmente quelli che hanno stipulato un mutuo o che lo stanno pianificando. La causa è sicuramente anche una informazione non sempre adeguata e quindi sufficiente a capire come stanno realmente le cose.
Facciamo subito una differenza tra chi ha già un mutuo a tasso fisso, chi ne ha uno a tasso variabile e chi deve ancora farlo.
Lo spread oggi e le conseguenze sui prossimi mutui
E per chi invece un mutuo lo deve ancora accendere? Non dovrebbero esservi grossi problemi nemmeno per i futuri mutuatari, anche se il discorso qui sarebbe, almeno in linea teorica, un po’ più articolato. Lo spread alto, rispecchiando una lievitazione dei rendimenti sovrani italiani, innalzerebbe i costi sostenuti dalle banche per la raccolta del risparmio.
Fonte: articolo di Investireoggi scritto da Giuseppe Timpone, pubblicato il
Mutuo tasso fisso all’1,4% | La corsa agli ultimi dopo la fine del QE
Come annunciato dalla Bce la politica espansiva del quantitative easing terminerà con il 2018. Se il Qe ha spinto le banche a ridurre gli spread ai minimi storici, la sua fine non sembra generare ancora effetto contrario sul mutuo tasso fisso. Dalle ultime quotazioni si evince infatti che i tassi ai minimi proseguono e sono addirittura in ribasso. Oggi è possibile stipulare un tasso variabile allo 0,5%.
Il miglior mutuo tasso fisso si attesta intorno all’1,4%.
Fonte: articolo de Il Sole 24 Ore scritto da Vito Lops pubblicato il 15 luglio 2018
Fine del Qe: ma questo non danneggerà i mutui delle famiglie
Prolungare l’attuale fase di tassi bassi (addirittura sottozero se osserviamo il tasso sui depositi fissato a -0,4%) renderà sempre più complicato per le banche offrire remunerazioni interessanti sui conti di deposito. Al di là di isolate promozioni (che arrivano a garantire fino al 2,5% annuo lordo, ma a fronte di giacenze non svincolabili fino a 60 mesi) oggi l’offerta di uno dei prodotti che in passato aveva attirato l’interesse dei risparmiatori è piuttosto magra. Se si opta per le condizioni migliori, mantenendo però la possibilità di svincolare la liquidità in caso di emergenza, non si va tanto oltre l’1% lordo. Ed è probabile che l’ultima mossa della Bce non esorterà le banche a fare di meglio. Così come contribuirà a mantenere poco attraenti, soprattutto sulle durate brevi, i titoli di Stato dell’area euro.
Sul versante mutui invece le notizie relative alla fine del qe sono più incoraggianti.
Tanto sui nuovi prodotti a tasso fisso che sui nuovi (e vecchi) tassi variabili. A poche ore dall’annuncio della Bce i tassi del Bund tedesco sono mediamente scesi di 4-5 punti base su tutta la curva. Se questo trend proseguirà forse nei prossimi giorni anche gli indici Eurirs (che sono collegati al Bund e sulla base dei quali viene congelata nel giorno della stipula la rata del tasso fisso) perderanno qualche punto base, a vantaggio dei nuovi finanziamenti a tasso fisso. Allo stesso tempo prolungare il piano espansivo e rinviare la prossima stretta dà più respiro al tasso variabile. Siamo da tempo sicuri che gli attuali livelli degli Euribor (-0,32% quello trimestrale e -0,37% il mensile) più in basso di così non potranno andare. Ma a questo punto Draghi ha lasciato intendere che il quadro resterà tale almeno per un altro anno.
Fine del quantitative easing: cosa accadrà dopo l'annuncio di Draghi.
Diciamo da subito che la fine del quantitative easing rappresenta il ritorno a un mondo finanziario normale. Infatti il Qe è uno strumento di politica monetaria non convenzionale. E' avviato dalla Bce nel marzo 2015 il Qe per contrastare i timori di deflazione e per accelerare l'uscita dalla grande crisi nell'Eurozona. La fine del quantitative easing significa che la deflazione è stata sconfitta e che la crescita dell'economia non ha più bisogno del sostegno straordinario. Il Qe è infatti abbinato al taglio dei tassi a breve.
I tassi viaggiano ancora su minimi storici e anche dopo la fine del quantitative easing resteranno molto bassi per un “prolungato periodo di tempo”, così indica la Bce.
Fonte: Articolo da Il Sole 24 Ore di Isabella Bufacchi, pubblicato il 14 Giugno 2018
Mutuo oltre 80 %: la nuova strategia delle banche
Il mutuo oltre 80 % del valore d'acquisto oggi è una grossa opportunità. Sembra infatti di assistere ad un periodo in cui, diversamente dal passato, le banche vanno a caccia di mutuatari anzichè il contrario come nella consuetudine. Eppure lo scenario attuale regala anche queste situazioni, in un mercato dei mutui che negli ultimi anni è stato sostenuto soprattutto dal boom delle operazioni di surroga che però adesso sembrano un pò arrancare, certamente perchè già in tanti oramai hanno già approfittato della possibilità.
Segnali dal mercato
Non c'è quindi da meravigliarsi di un approccio più aggressivo da parte degli istituti bancari che per attirare e fidelizzare la clientela cercando nuove leve da azionare. Fra le leve a disposizione delle banche quella del prezzo - ossia dello spread praticato - è quella principale ma sembra ormai difficilmente utilizzabile ancora dati i livelli di minimo storico ormai raggiunti. Per fronteggiare una domanda in contrazione restano quindi pubblicità e promozione, incentivazione dei canali distributivi, miglioramento dei processi di vendita e istruttoria. Ma soprattutto l’estensione della gamma di prodotto e l’allargamento delle policy creditizie.
In questo contesto appare chiaro un ritorno di interesse per l’offerta del mutuo oltre 80 % del valore dell’immobile oggetto di acquisto
Fonte: articolo de Il Sole 24 Ore di Maximilian Cellino pubblicato il 27 marzo 2018