Mutui seconda casa | Investimenti
Sempre più legato a motivi di investimento è l'acquisto della seconda casa, soprattutto nelle grandi città turistiche o universitarie anche sfruttando il boom degli affitti brevi. Aumentano rispetto a un anno fa sia l’importo dei mutui seconda casa (quasi 122mila euro, + 3,6%) sia il valore dell’immobile per cui si chiede il finanziamento (oltre 191mila euro, +4,7%), mentre la quota di domanda si attesta attorno al 7%.
A Milano il 74% dei richiedenti di mutui seconda casa punta ad acquistare un immobile in città, mentre solo il 17,8% cerca in un’altra regione. Situazione analoga a Roma, dove il 72,7% cerca in città e 14% fuori dai confini del Lazio.
E se nel 9,5% dei casi i piemontesi acquistano case per le vacanze in Liguria, forse spinti dal pendolarismo lavorativo o universitario, nel 6% dei casi cercano di comprare in Lombardia. Il garantire un’abitazione ai figli che studiano fuori è presumibilmente una motivazione ancora più forte in Calabria, dove oltre il 27% acquista altrove.
Fonte: Articolo de Il Sole 24 Ore scritto da E.Sg. e pubblicato il 14 giugno 2018
Fine del Qe: ma questo non danneggerà i mutui delle famiglie
Prolungare l’attuale fase di tassi bassi (addirittura sottozero se osserviamo il tasso sui depositi fissato a -0,4%) renderà sempre più complicato per le banche offrire remunerazioni interessanti sui conti di deposito. Al di là di isolate promozioni (che arrivano a garantire fino al 2,5% annuo lordo, ma a fronte di giacenze non svincolabili fino a 60 mesi) oggi l’offerta di uno dei prodotti che in passato aveva attirato l’interesse dei risparmiatori è piuttosto magra. Se si opta per le condizioni migliori, mantenendo però la possibilità di svincolare la liquidità in caso di emergenza, non si va tanto oltre l’1% lordo. Ed è probabile che l’ultima mossa della Bce non esorterà le banche a fare di meglio. Così come contribuirà a mantenere poco attraenti, soprattutto sulle durate brevi, i titoli di Stato dell’area euro.
Sul versante mutui invece le notizie relative alla fine del qe sono più incoraggianti.
Tanto sui nuovi prodotti a tasso fisso che sui nuovi (e vecchi) tassi variabili. A poche ore dall’annuncio della Bce i tassi del Bund tedesco sono mediamente scesi di 4-5 punti base su tutta la curva. Se questo trend proseguirà forse nei prossimi giorni anche gli indici Eurirs (che sono collegati al Bund e sulla base dei quali viene congelata nel giorno della stipula la rata del tasso fisso) perderanno qualche punto base, a vantaggio dei nuovi finanziamenti a tasso fisso. Allo stesso tempo prolungare il piano espansivo e rinviare la prossima stretta dà più respiro al tasso variabile. Siamo da tempo sicuri che gli attuali livelli degli Euribor (-0,32% quello trimestrale e -0,37% il mensile) più in basso di così non potranno andare. Ma a questo punto Draghi ha lasciato intendere che il quadro resterà tale almeno per un altro anno.
Fine del quantitative easing: cosa accadrà dopo l'annuncio di Draghi.
Diciamo da subito che la fine del quantitative easing rappresenta il ritorno a un mondo finanziario normale. Infatti il Qe è uno strumento di politica monetaria non convenzionale. E' avviato dalla Bce nel marzo 2015 il Qe per contrastare i timori di deflazione e per accelerare l'uscita dalla grande crisi nell'Eurozona. La fine del quantitative easing significa che la deflazione è stata sconfitta e che la crescita dell'economia non ha più bisogno del sostegno straordinario. Il Qe è infatti abbinato al taglio dei tassi a breve.
I tassi viaggiano ancora su minimi storici e anche dopo la fine del quantitative easing resteranno molto bassi per un “prolungato periodo di tempo”, così indica la Bce.
Fonte: Articolo da Il Sole 24 Ore di Isabella Bufacchi, pubblicato il 14 Giugno 2018
Flat tax: Le novità sugli sgravi e le detrazioni fiscali
Quale sarà la sorte degli sgravi e delle detrazioni fiscali con l'introduzione della flat tax? Difficile dirlo con certezza quello che potremo aspettarci dal momento che nel contratto di governo stipulato tra Lega e M5s questo aspetto della riforma non viene spiegato nel dettaglio. Per capire cosa potrebbe accadere è allora necessario dare uno sguardo al programma di governo presentato dalla Lega prima delle elezioni. Nel testo della flat tax si legge che "le detrazioni e deduzioni attuali saranno abolite e sostituite dalle nuove deduzioni famigliare illustrate", ovvero la deduzione fissa di 3mila euro sulla base del reddito familiare. "Per i redditi familiari fino a 50mila rimarranno le detrazioni sugli interessi del mutuo prima casa e per gli ammortamenti relativi agli interventi di ristrutturazione".
In sintesi con la flat tax restano le detrazioni sulla prima casa e sugli interventi edilizi, spariscono tutte le altre.
Ma chi vuole potrà continuare a optare per il vecchio sistema“. Stando alla bozza dunque chi guadagna meno di 50mila euro, potrà continuare a scaricare il mutuo per l'acquisto della prima casa e non verrà neppure toccato il così detto bonus ristrutturazioni. Inoltre, la proposta leghista prevede una fascia di salvaguardia per i redditi fino a 15mila euro. I contribuenti che dovessero pagare meno con il sistema vigente (per via delle deduzioni e delle detrazioni attuali) potranno scegliere di continuare ad utilizzarlo.
Il sistema attuale prevede diversi tipi di detrazioni, definiti 'bonus': la cancellazione porterebbe soldi alle casse dello Stato utili a finanziare la flat tax.
Mutui: la surroga della surroga | Il risparmio
Per i mutui sembra giunto il momento della surroga della surroga. In una fase per le compravendite immobiliari non particolarmente frizzante, le banche stanno difatti aprendosi anche ai surrogatori seriali, ovvero a coloro che hanno già effettuato in passato una o più surroghe e che, non soddisfatti, ci provano ancora.
Cosa sta spingendo gli istituti di credito ad erogare capitali a una categoria non certo affidabile come quella del surrogatore seriale, sempre pronto alla prossima surroga?
Principalmente perché i tassi attuali sono ai minimi storici, quindi chi ora difficilmente in futuro troverà condizioni migliori in giro perché a settembre termina il piano di espansione monetaria della Bce e ragionevolmente, anche sull’onda dell’attuale crescita economica, i tassi dovrebbero risalire.
Mutuo oltre 80 %: la nuova strategia delle banche
Il mutuo oltre 80 % del valore d'acquisto oggi è una grossa opportunità. Sembra infatti di assistere ad un periodo in cui, diversamente dal passato, le banche vanno a caccia di mutuatari anzichè il contrario come nella consuetudine. Eppure lo scenario attuale regala anche queste situazioni, in un mercato dei mutui che negli ultimi anni è stato sostenuto soprattutto dal boom delle operazioni di surroga che però adesso sembrano un pò arrancare, certamente perchè già in tanti oramai hanno già approfittato della possibilità.
Segnali dal mercato
Non c'è quindi da meravigliarsi di un approccio più aggressivo da parte degli istituti bancari che per attirare e fidelizzare la clientela cercando nuove leve da azionare. Fra le leve a disposizione delle banche quella del prezzo - ossia dello spread praticato - è quella principale ma sembra ormai difficilmente utilizzabile ancora dati i livelli di minimo storico ormai raggiunti. Per fronteggiare una domanda in contrazione restano quindi pubblicità e promozione, incentivazione dei canali distributivi, miglioramento dei processi di vendita e istruttoria. Ma soprattutto l’estensione della gamma di prodotto e l’allargamento delle policy creditizie.
In questo contesto appare chiaro un ritorno di interesse per l’offerta del mutuo oltre 80 % del valore dell’immobile oggetto di acquisto
Fonte: articolo de Il Sole 24 Ore di Maximilian Cellino pubblicato il 27 marzo 2018
Mutuo surroga ? Forse È Meglio Fare In Fretta!
Le vicende di questi ultimi anni hanno certamente disorientato l’intera comunità europea, sia per quanto riguarda la politica che per l’economia. In questo contesto di incertezza, il mutuo surroga , per moltissime famiglie italiane, ha rappresentato un vero salvavita. Grazie ad essa hanno potuto cambiare istituto rifinanziando il mutuo con tassi agevolati, di fatto, offrendo la grande opportunità di far fronte all’impegno senza ulteriori problemi ed aggravi economici.
Per questo oggi occorre fare alcune considerazioni e prendere delle decisioni a breve, per quattro motivi principali:
- Il settore immobiliare nel 2016 ha registrato un incremento del 18,4% degli scambi riguardanti il settore edile, questo vuol dire che il comparto sta uscendo dal pantano in cui era finito dal 2008 in poi a causa della crisi dei “subprime”, ironicamente titoli cartolarizzati proprio del settore immobiliare. L’aumento delle compra-vendite porterà nel breve periodo, forse già prima della prossima estate, ad aumenti dei tassi correnti con gli inevitabili effetti sulle rate da pagare.
- L’incertezza politica ed economica dell’Europa potrebbe aggravare ancora di più la situazione, con un settore bancario agonizzante, dipendente dalle politiche economiche europee, che non da certo segnali rassicuranti. Dopo la “brexit”, i malumori nell’est europeo, le politiche autarchiche di Trump e le prossime elezioni francesi, non sono segnali per i quali stare tranquilli.
- La Fed (la banca centrale degli Stati Uniti), ha dichiarato proprio in queste ore che alzerà i tassi, e non è azzardato ipotizzare che tra non molto potrebbe fare la stessa cosa anche la Banca Centrale Europea, producendo un effetto immediato sui tassi delle banche italiane.
- L’inflazione europea è entrata in area +2% per la prima volta dopo quattro anni, ma c’è da dire che hanno influito i prezzi energetici e alimentari. L’inflazione di base continua ad essere debole e non mostra segnali di ripresa convincenti. Per questo motivo non siamo ancora entrati in una vera fase sostenuta di rialzi dei tassi. Ciò nonostante essi potrebbero salire per effetto delle aspettative di crescita dell’inflazione nell’Eurozona per i prossimi 5 anni. Ed infatti solo negli ultimi 6 mesi, l’Irs (il parametro di riferimento dei mutui a tasso fisso) è già aumentato per tutte le scadenze di circa mezzo punto percentuale.
Per quanti non avessero già colto l’occasione del mutuo surroga, quella certezza dei tassi ai minimi storici potrebbe finire ben più presto di quanto si poteva immaginare fino a qualche tempo fa. Le dinamiche sopra descritte, potrebbero portare a una tendenza al rialzo dei tassi, per tanto a questo punto si tratta di fare una scelta precisa che forse a breve non sarà più possibile fare.
Il mutuo surroga potrebbe mettere al riparo quanti hanno un mutuo ma non le garanzie adatte ad affrontare un prossimo futuro che si prospetta condizionato dall’instabilità economica sia italiana che europea.